MARZO DI FUOCO IN CORSICA

Il tentato omicidio del prigioniero politico Yvan Colonna ha causato rivolte in tutta l'isola irredenta: di fronte al silenzio dei giornali e del governo è necessaria l'unione di irredentismo e indipendentismo per il bene della Corsica e dell'Italianità


  • Premessa: i fatti e le reazioni

 

Tutto è stato scatenato dall’ennesimo atto violento dei francesi nei confronti dei prigionieri politici Corsi. Yvan Colonna, a suo tempo accusato dell’omicidio di un Prefetto (delitto di cui si è sempre dichiarato innocente) è stato strangolato in carcere quasi a morte da un detenuto camerunese folle. Il sospetto è che lo Stato francese abbia, per così dire, agevolato il tentato omicidio, permettendo al folle di entrare in contatto con Colonna. 

Appena giunta la notizia, migliaia e migliaia di Corsi hanno dato il via a un’interminabile susseguirsi di manifestazioni, talora sfociate in atti veementi, con assalti a Prefetture e Sottoprefetture, lancio di molotov, incendi, durissimi scontri con gli squadroni antisommossa prontamente inviati dal regime francese; si è perfino verificato il blocco di una nave francese carica di poliziotti da parte di portuali aderenti al Sindacato dei Lavoratori Corsi. Bastia, Ajaccio, Calvi, Corte, Sartena, Porto Vecchio…non c’è città o paese che non sia stato interessato dall’azione antifrancese, che continua da settimane. 

A Francia fora! Via i pinzuti! 

Però per il governo e il giornalismo Italiano tutto ciò sembra quasi inesistente. Prima il Covid, adesso l’Ucraina…il resto evidentemente per loro non conta niente, soprattutto se si tratta di notizie e avvenimenti importanti per l’Italia intesa come popolo e come comunità organica. Anche qualora appaia qualche accenno di interesse, non c'è mai un'autentica comprensione degli aspetti fondamentali. 

Eppure in diverse città Italiane, non a caso per prime Roma (la Capitale, innanzi all’ambasciata francese) e Genova (cui la Francia strappò la Corsica nel 1769), si sono svolte manifestazioni pro-Corsica, nell'assordante silenzio della stampa di regime. Per carità, non saranno state migliaia di persone, ma chi non ricorda che, ai tempi della “premiata ditta” Pannella-Bonino, bastavano 3 radicali, diconsi 3, ad agitarsi in Vicolo Corto per qualche diavoleria antiproibizionista, che subito una ventina di TG e un centinaio di “truppe televisive” accorrevano a far servizi approfonditi? 

Sempre per la serie: “Informazione democratica: la realtà la decidiamo noi!”

 

  • Indipendentismo e irredentismo uniti per il risveglio della Corsica


Ci sono Corsi che invocano in qualche modo l’aiuto Italiano. Ma se, come abbiamo visto, non c’è da attendersi nulla da governo e giornalismo, a livello popolare e di associazioni c’è un certo movimento. 

Ciò che deve essere compreso da tutti a chiare lettere è il seguente imperativo: indipendentismo e irredentismo oggigiorno devono andare assolutamente d’accordo. Ciò per due ragioni fondamentali: 

  • Indipendentismo significa per forza di cose riscoperta delle radici Italiane dell’Isola, a livello etnico culturale, religioso e geografico, in una parola riaggancio all’Italianità spirituale.
  • L’irredentismo odierno non ha dal canto suo molto da condividere con l’attuale Stato Italiano, direi quasi nulla. Esso è un irredentismo etnico, culturale e spirituale, un irredentismo cioè che lotta per l’Italianità, non certo per la “repubblica italiana fondata sul lavoro” (o meglio sui disoccupati). Diciamoci la verità, in tutta onestà a chi interesserebbe esser legati a ciò che è diventato oggi lo Stato Italiano? Esso non attrae minimamente chi gli è già sottoposto, figuriamoci chi ha la fortuna di non averci a che fare! In un futuro lontano si potrà proporre anche un irredentismo politico, ma solo dopo aver redento lo stesso Stato Italiano.

Se dunque l’irredentismo odierno dev’essere spirituale e l’indipendentismo più genuino deve riscoprire l’Italianità, ecco che la lotta diventa comune. 

Da parte irredentista occorrerà lo sforzo di riconoscere che lo Stato Italiano attuale rappresenta ben poco il Popolo di eroi, santi e navigatori e non merita perciò particolari attenzioni. 

Da parte indipendentista occorrerà lo sforzo di buttare a mare una volta per tutte i pregiudizi appresi nelle scuole “franciosanti” sui “cattivi italiani fascisti della seconda guerra mondiale”. 

Cari Corsi, ricordate che a scuola vi hanno raccontato parecchie falsità, come peraltro hanno fatto nella stessa penisola. Io stesso l'ho potuto constatare direttamente nell’Isola, smontando, documenti alla mano, certi "miti" di origine scolastica.

Perciò l’Irredentismo Nazionale, erede di Petru Giovacchini e dei Gruppi di Azione Corsa, oggi lotta con voi per la Corsica Indipendente.


20 Marzo 2022


Vittorio VETRANO


Immagine tratta da un volantino per una manifestazione organizzata a Bastia