10 FEBBRAIO 2024

Come ogni anno il nostro Presidente onorario Giovanni Ruzzier, esule da Pirano (Pola) tiene l'orazione ufficiale in occasione del "GIORNO DEL RICORDO" sul molo di Rimini, presenti le massime Autorità civili e militari, le rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d 'Arma e delle scolaresche. Ecco il testo del suo discorso tenuto il giorno 10 febbraio 2024.


10 febbraio 2024

Alla soglia dei miei novant’anni sono ancora qui per dare testimonianza di amore per la terra istriana che mi ha dato i natali e per rimembrare le Vittime delle foibe e la diaspora di 350.000 Istriani, Fiumani e Dalmati che scelsero la libertà, sottraendosi alle persecuzioni, all’odio, alla pulizia etnica posta in essere dal  regime comunista del maresciallo Tito, perché dobbiamo difendere la “Verità”.

Ringrazio le Autorità civili e militari presenti. Un grazie particolare alla dott.ssa Rosa Maria Padovano, Prefetto di Rimini, che con la Sua presenza testimonia la vicinanza dello Stato alle nostre genti, alle Associazioni Combattentistiche d’Arma ed agli Studenti del Liceo Classico “Giulio Cesare” con i loro insegnanti ed a tutti i presenti.

Nella veste di Delegato dell’Unione degli Istriani – Libera Provincia dell’Istria in Esilio, vi porto il saluto dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e del Comitato 10 febbraio, nella ricorrenza del 20esimo anniversario della promulgazione della Legge che ha istituito il “Giorno del Ricordo”.

Era il 10 febbraio  2014 quando, in occasione del decennale della promulgazione della legge che ha istituito il “Giorno del Ricordo”, inaugurammo, presente l’allora sindaco Andrea Gnassi,  la “biblioteca di pietra e la targa dedicata alle Vittime delle foibe ed dell’esodo”. Era una giornata fredda e piovosa, ma la presenza delle Autorità, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e di comuni cittadini, come oggi, sempre vicine a noi, consentirono di dare il giusto riconoscimento anche all’amico e artista fiumano Vittorio d’Augusta che progettò l’opera. Gli anni passano celermente e, ogni anno, la nostra presenza sul territorio diminuisce, si affievolisce complice la nostra carta di identità. Sopravvivono i figli, i nipoti, taluni disposti a raccontare le vicende che hanno coinvolto le loro famiglie, i loro padri, i loro nonni, altri che preferiscono dimenticare quella brutta pagina della loro storia famigliare, ma tutti in cuor loro sensibili al mesto ricordo che oggi celebriamo. In questo giorno, per noi di mestizia, dobbiamo ancora subire l’affronto di chi in Patria nega la Verità di quanto avvenuto nelle nostre terre , negazionisti legati ad una ideologia, quella comunista,  sconfitta dalla Storia, incapaci di chiedere perdono per aver, dal 1945 al giugno 1948, collaborato e concorso ai loschi propositi del regime jugoslavo. 

I nostri vecchi, in dialetto dicevano: “ noi no dimentichemo”, noi non dimentichiamo! E come potremmo? 

La vita per noi esuli in Patria ed all’estero non è stata facile, basti pensare che nel 1955, nei campi profughi, 10 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale,  vivevano ancora nuclei famigliari  divisi da una coperta appesa ad un filo. I  miei genitori, più fortunati,  hanno vissuto dieci anni nel campo profughi “Silos” di Trieste senza una finestra. Posso affermare che nei primi anni dell’esodo la Patria ci fu matrigna, perché la classe politica di allora,  per non inimicarsi la vicina Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia e gli Stati che la sostenevano, USA in primis,  nulla fece trapelare sulla tragedia che aveva colpito la nostra gente. Per oltre sessant’anni noi non siamo esistiti ed oggi con l’orgoglio dell’appartenenza ad una terra, le cui pietre ancora oggi parlano italiano, siamo qui a darne testimonianza. La meschinità della politica italiana ha raggiunto il  massimo  sottoscrivendo il  “Trattato di Osimo” del 1975 con il quale la Repubblica italiana regalava, senza alcuna contropartita,  la Zona B del mai nato Territorio Libero di Trieste alla Jugoslavia.

Pochi giorni fa abbiamo presenziato all’evento,   dedicato all’educazione alla Memoria nel 60esimo delle attività,  indetto meritoriamente dal Comune della nostra città  che ha visto gli studenti riminesi in pellegrinaggio nei lager nazisti; il 27 gennaio eravamo  presenti alla cerimonia in ricordo della Shoah, per ricordare il terribile sterminio posto in essere dai nazisti che ha stroncato la vita di donne, uomini e bambini solo perché di religione ebraica. Una richiesta mi sento in dovere di avanzare al Comune di Rimini: facciamo sì che i nostri studenti siano avviati anche in Istria per visitare i luoghi che videro la mattanza della nostra gente nelle foibe, a visitare Goli Otok e tutti i luoghi dove il comunismo trucidò i nostri connazionali, prendendo contatto con le Comunità italiane ivi presenti, oggi minoranza etnica.

Ai voi giovani, che tra qualche anno sarete chiamati a raccontare la storia e le vicissitudini che hanno vissuto i nostri connazionali in Istria, a Fiume ed a Zara, la Dresda dell’Adriatico, perché noi non ci saremo più, mi auguro che con il supporto, la serietà che contraddistingue i vostri insegnanti, possiate ricercare la Verità, che può essere anche dolorosa, per arrivare là dove essa deve prevalere. Auguri cari amici per il vostro futuro!

Disse Pier Paolo Pasolini: “”Noi siamo un Paese senza storia. Se l’Italia avesse cura della sua storia si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili.””

Noi possiamo perdonare tutti i misfatti commessi, prima però vogliamo, pretendiamo che arrivino le scuse di quanti ancora oggi, come ho detto poc’anzi, negano la tragedia che ha colpito la nostra gente ma,  non chiedeteci di dimenticare. Le vittime innocenti delle foibe, dei campi profughi sono una triste eredità non solo  della nostra vita, ma anche di tutti gli Italiani non immemori e le additiamo a tutti quale simbolo di una malvagità che non deve mai più trovare spazio nel nostro cammino ed in quello delle nuove generazioni.

Viva l’Italia,  sempre!


Giovanni RUZZIER