23 MAGGIO

Giornata Celebrativa della Legalità: ricordo della strage di Capaci.


QUEL MALEDETTO 23 MAGGIO 1992


Un memento a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, ed agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza. 

#PalermoChiamaItalia –  Era intitolata “Il coraggio di ogni giorno” ed era dedicata all’impegno di tutti i cittadini che in quei terribili mesi di emergenza del Paese, con impegno e sacrificio, operavano per il bene della collettività, la manifestazione del 23 maggio 2020 organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone per commemorare le vittime delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, oltre alla "Settimana della Legalità" che ogni scuola italiana onora con attività di conoscenza e studio dell’illegalità, nella sua massima espressione, di stampo mafioso. 

Il 23 maggio è una data che non si può dimenticare: viene ricordata ogni anno la data del vile attentato di Capaci. Da allora si è sviluppato un "movimento di reazione civile contro la mafia, che ha ottenuto risultati importanti ma che richiede ulteriori impegni», ha ammonito il capo dello Stato, il quale ha ricordato come la mafia ostacola «lo sviluppo economico, frena le possibilità di lavoro, condiziona possibilità di vita sociale, riduce la libertà di ciascuno; per questo è importante la testimonianza che state portando oggi e che porterete con la giornata di domani», ha detto ai presenti. 

Alla tragica notizia della strage di Capaci, ancora una volta mi rimbalzarono nella memoria le parole al funerale del Prefetto Gen. Dalla Chiesa il 4 settembre di dieci anni prima: "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur", tuonò allora, nell"omelia, l'arcivescovo di Palermo, card. Salvatore Pappalardo, citando una frase famosa della letteratura latina (cit. Storie di Tito Livio), "Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici". 

E questa volta non è Sagunto ma Palermo. Povera Palermo.   

Frase che sui banchi del liceo ci hanno insegnato a citare a proposito di chi, invece di agire, perde tempo in inutili discussioni. E nel caso di Falcone, quanti "veleni" dovette sopportare e subire, da Palermo e soprattutto da Roma... va detto e non bisogna dimenticarlo. 

Il significato del ricordo. 

Onoriamo con l'impegno civico chi ha sacrificato la vita per quel senso di giustizia che nasce e  si sviluppa per mantenere quella agognata LIBERTÀ, frutto di una civile e democratica Società. 

Un memento per: 

Giovanni Falcone, Magistrato
Francesca Morvillo, Magistrato
Rocco Dicillo, Agente P.S.
Antonio Montinaro, Assist. P.S. Capo scorta
Vito Schifani, Agente  P.S. 

Con la speranza e l'augurio, che lo Stato per cui Vi siete immolati  SIA DEGNO di Tutti Voi.

R.I.P.    


Gianluca RIGUZZI