Sconsolato  ma puntuale affresco dell'Italia di oggi... che domani ci aspetta se andiamo avanti di questo passo?


I soldi dell’Europa li vedremo alla fine dell’anno 2021. Un governo litigioso che non capisce e non prevede il futuro e una sinistra che in piena pandemia propone di istituzionalizzare la canzone Bella ciao. In un dibattito televisivo, all’ex ministro Giovanni Tria è scappata la frase che, a occhio e croce, narra che la famosa pioggia di miliardi dall’UE arriverà alla fine dell’anno 2021. 

Fino allora come faremo? Bella domanda, ma dovrebbe essere girata al governo che fa orecchie da mercante.

Ora, è pur vero che la salute viene prima di tutto, ma non vorrei che finisse come si legge nel titolo. In Italia già prima della pandemia c’era un tasso di disoccupazione molto alto.

Galleggiavamo in un mare di debiti, ma galleggiavamo! Questo grazie al lavoro di migliaia di piccole attività che mantenevano la precaria situazione dei conti pubblici e che, invece, ora rischiano di chiudere. Parliamo chiaro: dall’Europa, a parte le belle parole su come abbiamo contenuto la malattia, non è arrivato nulla, se non il richiamo che dobbiamo attenerci, al momento, agli accordi di Dublino.

Un governo che non ha le idee chiare, un’alleanza che è mantenuta insieme da un nuovo tipo di collante: il suo nome è “Se andiamo al voto, vado a chiedere il reddito di cittadinanza”. E a proposito di questo reddito, cosa succederà alla scadenza? Lo rinnoviamo anche se ha fallito? Credo proprio di sì, altrimenti si potrebbero aprire degli scenari non proprio piacevoli. Uno sicuramente, è quello della povertà per tutti.

In questo gran casino s’inserisce una nota curiosa e che vale la pena di ricordare ai lettori. La sinistra dal volto umano (che in realtà non è mai esistito), tramite alcuni suoi emissari quali Fassino, Anzaldi, Pezzopane, Prestino e Fragomel, in piena pandemia non trova niente di meglio che avanzare una proposta di legge che recita: “Riconoscimento della canzone Bella ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica” e che prevede, all’art.2, - che nelle scuole di ogni ordine e grado, l’insegnamento riguardante il periodo storico della seconda guerra mondiale e della Resistenza comprenda anche lo studio della canzone Bella ciao - e che dovrebbe essere eseguita dopo l’Inno Nazionale. 

La cosa non mi stupisce, la sinistra è famosa per l’indottrinamento occulto e per limitare il pensiero libero. Anni or sono, ma si fa di tutto per non ricordarlo, dove in alcune nazioni (e in alcune tuttora), esisteva il paradiso rosso, per indottrinare, si usavano altri metodi: un Gulag o una pallottola in testa non si negava a nessuno. Adesso, è un po' più difficile, non certo ai livelli di Urla dal silenzio oppure, per citare l’ultimo film, Per primo hanno ucciso mio padre, però... Sì, perché io ci vedo proprio questa volontà. La canzone, per alcuni, precisiamo, rappresenta l’inno della guerra di liberazione e di esaltazione della guerra partigiana che sembra sia stata combattuta solo dai comunisti. Perché parlo d’indottrinamento? Semplice: se io mi fossi limitato ad ascoltare quello che mi dicevano i professori a scuola o leggere ciò che era proposto su quel particolare momento storico per la nostra Patria, sicuramente la penserei in maniera diversa. 

Purtroppo per loro, amo la storia, anche quella scritta bene, non da settari, anche dai perdenti. Personalmente ritengo che la proposta sia da respingere, solo perché sia eseguito dopo l’inno nazionale. “Ma mi faccia il piacere”, come dice l’indimenticato Totò. Torniamo al ventennio che dopo la Marcia Reale si suonava Giovinezza? Comunque, mentre gli ospedali si riempivano e i morti si accumulavano, i signori sopra citati pensavano a Bella Ciao.

Meditate gente, meditate!

6 ottobre 2020


Massimo NARDI