RIFLESSIONI SULLA MONARCHIA

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione a livello di teoria politica che non sia la semplice esposizione di tesi pro o contro la monarchia bensì un luogo di confronto di diverse idee, cercando di contribuire, nel nostro piccolo, a misurarci con un periodo di incertezza politica a livello internazionale come quello che stiamo vivendo, nel quale il volere delle masse ed il concetto stesso di democrazia sono messi sotto pressione e a rischio di manipolazione.

 

Coloro che sono contrari alla monarchia tanto spesso eludono ogni confronto e ogni discussione banalizzando il discorso o spostando l’attenzione su altri argomenti. Per avere le idee chiare a riguardo, però, occorre una seria confutazione.
    • La monarchia appare come un regime anacronistico, ma per chi e dove? Nel Regno Unito, alla morte di Elisabetta II venne fatto un sondaggio che vedeva il 66% della popolazione convinta sostenitrice della monarchia e della parte rimanente solo il 22% sarebbe stato favorevole ad un regime repubblicano. Dunque, nel Regno Unito, come nelle altre monarchie, non pare che detta istituzione sia anacronistica per cui dovremmo dedurre che l’opinione sulla monarchia dipenda da fattori di cultura sociale e politica di un determinato Paese.Non manco di rilevare contraddizioni nella mentalità popolare qui in Italia, innanzitutto quella tendenza per la quale si loda la bellezza della monarchia, ad esempio. del Regno Unito o della Svezia o dell’Olanda ma quando qualcuno prefigura l’Italia come monarchia la cosa viene bollata subito come “antidemocratica”, “anacronistica”, “inutile”, “dispendiosa”, ecc..
    • Un meccanismo costoso perché “mantenere il re costa”. Mantenere la struttura che gira intorno al monarca costa? Beh, anche mantenere la struttura che gira intorno al presidente della repubblica costa. Come ci sono gli uffici del monarca, così ci sono quelli del presidente della repubblica (prima al Quirinale c’era il re, adesso c’è il presidente), i palazzi, le tenute, le ville (anche qui, per essere molto pratici, facciamo riferimento alla nostra realtà: prima al Quirinale, alla Tenuta di Castel Porziano e nelle altre tenute e ville del re adesso sono della presidenza della repubblica), ecc.. Parliamo di tutta una serie di strutture che richiede personale per il mantenimento e per la sorveglianza.Lasciamo le polemiche sul fatto che con la repubblica ha introdotto, con la Legge n.1261/1965 il trattamento economico dei parlamentari (che è di un minimo di 5.200,00 netti a cui va aggiunta una diaria per il soggiorno a Roma di 3.500,00 nonché un rimborso delle spese per il mandato di 3.500,00, spese di viaggio, telefoniche, sanitarie e il diritto alla pensione, vitalizio dopo due anni, sei mesi e un giorno).
    • La monarchia è un regime costituzionale al cui vertice c’è un solo uomo. Ma anche nella repubblica al vertice c’è un solo uomo. La differenza è che il monarca è espressione di un’educazione al di sopra di ogni colore politico ed estraneo alle sue influenze mentre il vertice della repubblica è frutto di un accordo politico di una maggioranza.
    • Nella mentalità comune la repubblica si fonda sul numero della forza elettiva mentre la monarchia sulla qualità dei suoi componenti. 
Questa riflessione, che potrebbe benissimo essere contestata, apre a ulteriori considerazioni, poiché quando parliamo di decisioni che vengono prese da una maggioranza, la minoranza si deve adeguare anche se non è d’accordo e anche contro i propri interessi. Ma, in questo caso, chi tutela questa minoranza da pressioni o danneggiamenti dell’accordo della maggioranza dei cittadini? Nell’ambito delle teorie politiche di tendenza democratica questo punto è di non secondaria importanza (specialmente nei Paesi di orientamento liberista: se io non sono d’accordo nel pagare determinate spese per la sanità pubblica o l’istruzione pubblica perché non ne usufruisco, preferendo rivolgermi al privato, perché devo essere costretto a sostenerle?)
    • Nella repubblica i politici si mettono d’accordo sulle cariche (dalle più piccole alle più alte) e sulle leggi modificando quello che possono per trovare un accordo.Non entriamo in polemica basandoci sui discorsi di spartizione di questi o quegli uffici, di questo o quel politico che porta con sé il proprio staff, ecc.. Nella monarchia i politici sottostanno alla vigilanza della Corona che prevede che le cariche (soprattutto le più alte) debbano essere distribuite secondo regole stabilite dalle norme e non possano essere sottoposte ad accordo politico.
    • La repubblica garantisce dall’instaurazione delle dittature.Che una repubblica possa garantire da una dittatura mentre la monarchia no, non si può dire: guardiamo alle varie dittature degli ultimi decenni. Se vogliamo prendere il caso dell’avvento del fascismo in Italia, dobbiamo vedere le cose come sono avvenute realmente: Marcia su Roma; affidamento dell’incarico a Mussolini per un nuovo governo; formazione del governo Mussolini nel novembre 1922 con il sostegno di altri partiti e l’appoggio esterno di altri; elezioni dell’aprile 1924 vinte dal P.N.F. con la legge sul premio di maggioranza (di cui se ne parlava tanto qualche anno fa); smantellamento di articoli cardine dello Statuto Albertino; dichiarazione della dittatura e provvedimenti del 3 gennaio 1925 (il seguito lo conosciamo bene: il fascismo è caduto con l’approvazione dell’O.d.G. Grandi, un accordo organizzato con Vittorio Emanuele III).


Merico CAVALLARO