IGNORANZA SINISTRO-TERMINALE

In merito alla triste vicenda che ha visto la morte di Willy Monteiro, assassinato da delinquenti. Chi chiama in causa il solito "fascismo" è ignorante ed in mala fede perché occulta la verità uccidendo nuovamente il povero ragazzo.


L’ignoranza, si sa, è un male incurabile. Ma ancor più grave è l’arroganza che nasce dalla presunzione di sapere ciò che non si conosce.

La drammatica e recente vicenda che ha visto la morte di Willy Monteiro, è una tragedia che sta assumendo tinte grottesche, sulla pelle del giovane barbaramente ucciso da criminali.

Come era prevedibile, mediaticamente è partito il noto giochetto: bulli palestrati  = fascisti e bulli palestrati = omicidi ergo, fascisti = omicidi. Questo tanto ammuffito quanto illogico sillogismo che va avanti da decenni, ora ha trovato sponda nei vaniloqui di Chiara Ferragni (famosa per essere la compagna di un altro fenomeno palestrato – tatuato denominato “fedez”) la quale, in uno dei suoi messaggi mediatici da dare in pasto alla plebe adorante ha sentenziato, in maniera molto poco originale, che il vero male è sempre la “cultura fascista”.

E’ superfluo sottolineare che la “cultura fascista” non c’entra assolutamente nulla con quanto accaduto (piuttosto, evitando di scomodare l’ambito culturale, tornerebbero utili certi “rimedi” fascisti tipo “manganello-olio di ricino-pena di morte”, grazie ai quali, delinquenti come le bestie che hanno ammazzato il povero Willy cesserebbero di esistere).

Tuttavia, crediamo che non sia tanto importante prendere sul serio le frasette della bionda influencer, il cui valore è pari a quello di un suo selfie da pubblicare sulla copertina di Vogue. Basterebbe liquidare le sue analisi dicendole: sutor, ne ultra crepidam.

Semmai, ci pare più importante e più interessante notare come le sinistre italiane (tutte tranne quelle intelligenti e veraci di Marco Rizzo e Diego Fusaro, sempre più voci fuori dal coro) si siano sperticate in elogi alla succitata giovane blogger. Questo loro atteggiamento è sintomatico di uno stato patologico ormai terminale. Abbiamo tipi sinistri, ignoranti e volgari che aspirano a governare (o che già, malauguratamente governano) questa benedetta nazione, senza avere il benché minimo spessore, il benché minimo senso di pudore e di dignità. Oggi abbiamo una sinistra che non è sinistra, malata com’è di sessantottismo arcobaleno, ebbra di edonismo liberal e di globalismo nemico del popolo, priva di un qualsiasi legame con gli storici diritti dei lavoratori. La bassa politica odierna ci offre il triste spettacolo di sinistre in menopausa tardo-giacobina che hanno esaurito il fu glorioso afflato socialista in un antifascismo fetish.

Tipi sinistro-terminali che rifiutano la solidarietà a Salvini aggredito e, anzi, ritengono "non gravi" certe azioni di violenza, che danno della “cicciona imputtanita” a Giorgia Meloni, che ridono di Berlusconi covidmorente, che gettano dalle scale un giornalista colpevole di aver posto domande “scomode”. Emanuele Ricucci ha giustamente coniato un neologismo per questo tipo di situazioni: “sinistrash”.

Ma c’è di più. Qualcuno ha sottolineato che, ironia della sorte, i bulletti assassini, protagonisti della recente vicenda, non sono neanche “fascisti”, se è vero che uno di essi pare fosse in grado di simpatizzare per il mondo del progressismo giallo-fuxia oggi tanto di moda… Ecco il lato grottesco dell’attuale impasse che ci invita ad annunciare, con una grossa risata, la morte della sinistra italiana.

Molto più seriamente, invece, occorre riflettere sulla necessità di recuperare quei valori morali su cui una società sana dovrebbe fondarsi: rispetto di sé e degli altri, dignità, fraternità ma anche responsabilità, umiltà e certezza della pena.

Doveroso è condannare la violenza, sempre, evitando però di fare come gli agonizzanti zingaretti di casa nostra che, essendo a corto di idee ed in cerca disperata di voti, continuano a chiamare in causa, a sproposito, la “cultura fascista”.     

Pesaro, 15-IX--2020


Giovanni FLAMMA