Tristi ma equilibrate considerazioni, scevre tanto da pregiudizi ideologici quanto da ottusi fanatismi. Una boccata d'ossigeno per chi ama la Verità, il ragionamento e il buon senso.


Mai, ripeto: mai, avrei pensato che un giorno sarei stato in tutto e per tutto d’accordo con Marco Travaglio. E, invece, l’ho rivalutato quando, parafrasando il titolo di un celebre romanzo di Fenoglio, ha definito Gianni Riotta “il cortigiano Johnny”… Sì, perché il bravo Riotta ha fatto un elenco, che assomiglia tanto alle liste di proscrizione dei regimi totalitari, in cui si elencano i cosiddetti “putiniani” d’Italia (e molti nella lista non lo sono neppure, neanche alla lontana, ma non è questo il punto, è il principio della lista di proscrizione che è mostruoso in sé…). Tutti sappiamo cosa è successo: la Russia ha invaso l’Ucraina e i soldati delle due parti in lotta si sono messi in testa l’elmetto per difendersi meglio dai colpi dei nemici. Qui da noi, invece, quelli che formano la cosiddetta “opinione pubblica” (che spesso coincide, in realtà, con l’opinione del padrone di turno sic et simpliciter), hanno messo l’elmetto direttamente sul cervello per impedire che esso sia libero di ragionare senza troppi condizionamenti. La Russia ha invaso l’Ucraina, su questo non ci piove. Alcune argomentazioni sono piuttosto peregrine, altre hanno un po’ di fondamento, anche se non giustificano per niente una guerra. La mia solidarietà allo Stato aggredito, la mia pena per le madri, le mogli, le sorelle, i figli dei soldati caduti e che cadranno, sia ucraini sia russi, le vite umane hanno per me lo stesso valore, Dio non guarda l’uniforme indossata dai caduti, fortunatamente non legge gli articoli di Gianni Riotta e valuta basandosi su altre cose. Anche se la guerra dovesse cessare tra un minuto – cosa che mi auguro con tutto il cuore – nulla potrà rimpiazzare una vita spenta. Per una guerra stupida ed inutile, oltretutto. Ora le due parti negoziano… non potevano farlo prima che sparassero i cannoni, mi chiedo? La Russia ha sempre considerato l’Ucraina come l’orto di casa (la Russia di Kiev, si chiamava un tempo) e la paura – probabilmente infondata – che la NATO vi mettesse piede, ha fatto precipitare la situazione (nessuno però si è scandalizzato del fatto che l’Ucraina non abbia mai dato attuazione agli accordi di Minsk sulla tutela della minoranza russofona in Ucraina, per esempio). A proposito, conoscete Grenada? E’ un piccolo stato dei Caraibi, un’isoletta assai meno importante dell’Ucraina, a livello mondiale. Nel 1983 venne invasa dagli USA perché vi si era instaurato un governo “socialista”, che agli americani dava, evidentemente e giustamente fastidio. Nessuno si lamentò dell’invasione, evidentemente quod licet Iovi non licet bovi… E’ interessante come tutti i mezzi di comunicazione, carta stampata, TV, radio, social e chi più ne ha più ne metta dipingano la Russia solo negativamente (ferma la condanna dell’invasione, su tutto il resto si potrà discutere, o no? Discutere è vietato perché pericoloso, lo abbiamo capito…). Non si possono raggiungere i siti russi (provate su internet a collegarvi con Russia Today), li abbiamo bloccati e poi ci lamentiamo perché, qualche giorno dopo, Putin fa lo stesso con quelli occidentali? Diceva il principe Ottone di Bismarck, uno che conosceva bene la politica estera, quella interna e l’umanità, che le più grosse panzane si possono ascoltare prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia… Molto più volgarmente, un detto trentino dell’epoca dei “nossi veci” affermava – non credo ci sia bisogno di traduzione – temp de ghera, pi bale che tera. E questa guerra non fa eccezione, abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto: Putin è matto e malato, no è cattivo per natura, i soldati russi sono tutti vigliacchi e scappano, gli ucraini ne fanno fuori 4000 alla volta, no i soldati russi sono ferocissimi, torturano e uccidono e violentano tutte le donne che incontrano; verso la fine della seconda guerra mondiale, nei territori orientali della Germania i sovietici violentarono e uccisero migliaia di donne tedesche: quando si arrivava a discutere di ciò, io consigliavo la lettura dell’impressionante libro di Jürgen Thorwald, La grande fuga, tradotto in italiano dall’indimenticabile amico Aurelio Garobbio: no, non era vero niente, io ero un incallito reazionario, i bravi soldati sovietici non avevano fatto nulla di tutto ciò e, comunque, se lo avevano fatto, le donne tedesche se l’erano ben meritato perché erano, appunto, tedesche! E’ impressionante vedere come quasi tutti coloro  che ci ossessionavano con la bontà del paradiso sovietico, sono gli stessi che ora ci ossessionano con l’inferno russo. I cattivi dicono: è cambiato il padrone e quindi… No, non sono cattivi, sono solo ben informati. E, mi raccomando, obbedienza cieca, pronta e assoluta, come nelle gustose vignette di Guareschi ai suoi tempi! E’ spaventoso sentire, poi, in televisione i cosiddetti esperti di alta strategia e di geopolitica. Molti di loro non hanno neppure fatto il militare e, quando li senti parlare, si è forzatamente indotti a credere che siano sul libro paga dei mercanti di cannoni. Gli unici che parlano con un po’ di buon senso e cognizione di causa sono i militari, soprattutto se in congedo, essendo un po’ più liberi di esprimere la propria autentica opinione rispetto a quelli che sono ancora in servizio. Per esempio il generale Marco Bertolini, presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia ha fatto delle analisi assolutamente argomentate, lucide e realistiche. Finirà anche lui, per questo, nelle liste di proscrizione riottesche? Non parliamo, poi, degli esperti di economia, i quali magnificano l’importanza delle sanzioni economiche, grazie alle quali, dopo appena una settimana, la Russia sarebbe già sull’orlo del fallimento. A me sembra che queste sanzioni siano state imposte da chi non conosceva la storia di quel famoso baronetto inglese, eviratosi per far dispetto alla moglie… Chi ci darà il gas e il grano necessari? Ah, già, ce li hanno garantiti Joe Biden e Kamala Harris, grazie anche ai buoni uffici di Nancy Pelosi che, essendo italo-americana, ha detto loro di avere un occhio di riguardo per il nostro Paese. Una nota divertente, per quanto poco divertente sia la situazione, e che rientra sempre nelle panzane del tempo di guerra: poco prima che essa scoppiasse, una rivista intervistò delle ragazze-cecchino ucraine che, alla frontiera, garantivano che avrebbero ucciso ogni russo che avrebbe osato varcarla. Ora, a parte che le armi tenute in mano dalle belle ragazze erano da luna-park, gli stessi volti delle intervistate indicavano che esse provenivano da luoghi in cui si è più abituati a fare l’amore che non la guerra… lasciamo perdere… Fa anche paura la guerra alla cultura russa: un’università aveva addirittura vietato un corso monografico su Dostoevskij! E’ come se, quando eravamo in guerra contro la Gran Bretagna e la Francia, in questi Stati si fosse vietata la lettura di Dante! Siamo alla follia pura, per non dire di peggio. Speriamo che questa guerra termini presto e che si ritorni con i piedi per terra. Lo confesso, anche se questo servirà a farmi inserire nella sempre più lunga lista di proscrizione: Dostoevskij è il mio autore preferito ed il romanzo che prediligo è I demoni, Besy nella traslitterazione originale. Il titolo italiano è frutto, in realtà, di una cattiva traduzione, meglio sarebbe stato tradurlo, Gli indemoniati o Gli ossessi. E preghiamo Dio (da mazziniano sono credente) che l’ossessione della guerra, e i demoni che si porta dietro, sparisca presto e ritorni, finalmente, la pace.


Achille RAGAZZONI


Tratto da https://www.pannunziomagazine.it/tristi-considerazioni-sulla-guerra-in-corso-di-achille-ragazzoni/