IL RE MARTIRE. L'ALTRO LUIGI XVI

Galeotti furono i cartoni animati in salsa giapponesi, come Lady Oscar e il Tulipano Nero, ambientati durante la Rivoluzione francese “dove ad avere ruolo da protagonista non era il Re Luigi XVI bensì la Regina Maria Antonietta”, precisa l’autore. Cresciuto, Emiliano Procucci classe 1977 e oggi insegnante di lettere, non ha perso l’entusiasmo e la curiosità per riprendere in mano quella storia che da piccolo tanto lo appassionava.

Un libro, Il Re Martire. Vita, Passione E Memorie Di Luigi XVI Di Francia (il Cerchio), realizzato attraverso un lavoro certosino di ricerca, ripercorre quel periodo storico, ma
soprattutto la vita di Luigi XVI. Attenzione, “non è una biografia sul re, facilmente recuperabile. – sottolinea Procucci – Meglio, mi è parso tracciare un breve profilo spirituale del sovrano, proponendo una riflessione sul re e la sua fede cristiana. Analizzando gli eventi particolarmente significativi in funzione all’obbiettivo che mi sono posto”. Quale? Il tentativo di presentare Luigi XVI un martire delle fede. Un traguardo che, se raggiunto in pieno, ci parla di un Re che in pochi conosciamo, cresciuto nel valore delle virtù cristiane, generoso e attento al prossimo che, fino all’ultimo giorno di vita prima della ghigliottina, conservava sentimenti di pietà e perdono verso i suoi aguzzini. Del suo tempo, August Seguin e Pierrette Girault de Coursac lo descrivono come di un modello di virtù domestiche e buoni costumi. E in questo sentiero ancora poco battuto, Procucci va alla ricerca di tutta una serie di testimonianze scritte: si parte con le memorie di Cléry al Tempio dove il Re rimase in prigione prima di essere ucciso. Questi scritti sono i soli, secondo l’autore, a restituire un’immagine veritiera del Re, spesso descritto come incapace e insicuro; un secondo resoconto arriva da Madame Royale, figlia del sovrano, che narra gli ultimi giorni di un uomo provato ma al contempo rigoroso; un’ulteriore conferma giunge dall’abate Edgeworth de Firmont che fu il suo confessore. Insomma, dell’ultimo monarca dell’Ancient Régime ad essere investito di un potere sia umano che divino, viene allo scoperto l’altra faccia della medaglia, o forse la sola, di un uomo “spiritualmente saldo e vicino a Dio più che mai”. Procucci riporta in luce, come prova della sua tesi, il Testamento in nome della Santissima Trinità fatto in prigionia, le parole del Papa Pio VI sul martirio del sovrano e la consacrazione di Luigi XVI al Sacro Cuore di Gesù.

Marzia Caserio

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