REGIME COVID E STATI NAZIONALI: la nuova faccia della globalizzazione

La prima video-conferenza organizzata dal nostro Circolo Monarchico "Dante Alighieri - Patto per la Patria" e svoltasi sabato 12 dicembre 2020, è andata molto bene. Da parte di coloro che si sono connessi c'è stata un'attenta partecipazione, complici la magistrale relazione del Prof. Torriero e la piacevole sorpresa di un ospite d'onore... S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia.


L'argomento è attualissimo. Non facciamo altro che sentir parlare di COVID: in televisione, per radio, su internet; eppure, c'è qualcosa che ci sfugge, in questo frastuono mediatico monotono.

S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia, che ci ha onorato della sua presenza, ha introdotto l'evento con alcune parole assolutamente condivisibili e da meditare: al di là della gravità del fenomeno sanitario in sé, il dramma sta anche nel martellamento che giornali, scienziati e canali di informazione portano avanti da mesi, annichilendo la coscienza degli italiani e seminando panico. Il Principe ci ha ricordato anche la tragica situazione della Grecia, privata della sua sovranità, delle sue proprietà e del suo orgoglio nazionale, condividendo con noi la speranza che l'Italia non faccia la stessa fine. 

Ha preso quindi la parola il Prof. Torriero, con il quale abbiamo già collaborato a Bologna nel mese di ottobre 2019 in occasione del convegno "Identità e libertà dei Popoli. L'Italia, l'Europa e le sue monarchie"; il nostro illustre relatore ci ha spiegato come il "regime COVID" si presenti, a tutti gli effetti, come ultima faccia della globalizzazione, ovvero realizzazione di ciò che il globalismo non era riuscito a fare prima della pandemia. Sia chiaro: non si è parlato del problema medico in sé bensì della gestione politica e sanitaria della situazione e delle ripercussioni sociali del fenomeno. 

In questa relazione molto dettagliata c'è il dramma della scelta fra libertà e sicurezza, c'è la frattura fra i "paranoici della paura" e i "cafoni della libertà". Un dramma che è esistenziale e che si è concretizzato nel contesto degli ultimi mesi.

C'è poi la domanda cruciale: quale libertà rivendichiamo dinanzi alle limitazioni che stiamo subendo oggi? Molti giovani sembrano lamentarsi della mancanza di libertà fisiologica senza prendere minimamente in considerazione le libertà morali e sociali. Anche in questo frangente si apre un "mondo" sul quale dovremmo riflettere.

Da par suo, il professore, esperto di comunicazione, ci ha invitato a soffermarci sul concetto politico di "distanziamento sociale", "coprifuoco" e "confinamento privato": queste parole, oggi particolarmente inflazionate, sono molto importanti perché servono come "prove tecniche" per la gestione politica e umana del virus: si stanno ponendo le basi della società del futuro.

Tanti sono stati i temi affrontati magistralmente e che andrebbero ulteriormente sviscerati. Tante sono le domande meritevoli di una risposta che ancora tarda ad arrivare da parte della classe dirigente attuale.

C'è di più: assistiamo in maniera parossistica e sconcertante alla trasformazione della civiltà verso la  "smart working globale", in termini sia di desocializzazione che di dematerializzazione del lavoro; una trasformazione che in ultima analisi conduce ad una distruzione dei corpi intermedi e dei legami sociali ed economici.

Non è in caso che Mario Monti sia diventato dirigente dell'OMS.

I progetti che costituiscono l'agenda politico-economica dei prossimi anni sono legati ad un "perimetro" obbligato tracciato da "green economy", digitalizzazione e l'intelligenza artificiale. Questa "modernizzazione" velocizza la realizzazione della società del futuro: la globalizzazione, cioè l'uniformità dei popoli e delle nazioni, annulla le tradizioni in nome del sogno cosmopolita illuminista. La posta in gioco è molto alta. Ecco perché si profila all'orizzonte uno scontro aperto fra le forze comunitarie e quelle liberal, uno scontro epocale nel quale l'istituzione monarchica potrà tornare ad essere il baluardo per tutti coloro che vorranno lottare per difendere la libertà e l'identità dei popoli.   


Giovanni FLAMMA


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