DANTE ALIGHIERI. L'IDANTITA' ITALIANA: IL POETA CHE FONDO' LA NOSTRA CIVILTA'

Venerdì 17 gennaio 2020 si è tenuto c/o l'aula magna del Centro Congressi "Accademia di Babele" di Ancona, lo splendido evento molto partecipato, dedicato a Dante Alighieri. Ospite d'onore e Relatore, Marcello Veneziani, filosofo, giornalista, scrittore.



Siamo stati particolarmente orgogliosi di aver potuto introdurre la serata, frutto della nascita di una rete di Associazioni culturali già operanti sul territorio marchigiano e non solo che, in tempi brevi (oseremmo dire "eroici", cioé nell'arco di una cena), sono riuscite a concretizzare una collaborazione non virtuale ma fatta di carne ed ossa e che ha saputo interfacciarsi in modo inedito con una realtà più strettamente politica quale il Partito di Fratelli d'Italia. Una rete di realtà culturali, diverse fra loro, ciascuna con la propria storia la propria identità, la propria fisionomia, ma accomunate dall'amore per la nostra Patria, per la sua civiltà, per la sua Tradizione, per il suo Futuro e desiderose di perseguire un comune obiettivo: diffondere cultura libera, audace, spesso non conforme al pensiero comune dominante ed omologante.

Se siamo riusciti a portare un intellettuale del calibro di Marcello Veneziani nella città dorica, possiamo ben dire di essere partiti con "il piede giusto"! 

Dopo i primi saluti dei responsabili delle varie Associazioni culturali organizzatrici, la parola è passata all'Onorevole Ciccioli di Fratelli d'Italia (co-organizzatore dell'evento) che ha moderato la serata, presentando il candidato alle politiche amministrative regionali per FdI Francesco Acquaroli. 

Quindi ha preso la parola Veneziani, catalizzando l'attenzione di un pubblico rimasto letteralmente in religioso silenzio mentre l'illustre Relatore ha delineato, con grande maestria, il profilo del Sommo Poeta, gigante della letteratura che inevitabilmente deborda nell'ambito politico, civile, storico della nostra Nazione, solido ed imprescindibile punto di riferimento per la grande Politica, diremo fondamento meta-politico della nostra civiltà e della nostra identità. 

Dante cantò il provvidenziale collegamento della tradizione romana a quella cristiana e su questa mirabile intuizione gettò le basi della nostra civiltà. Seppe coniugare con passione passato e futuro, riconoscendo la vitale importanza sia della forza della romanità che della spiritualità cristiana. 

Proprio la linea dantesca, fil rouge ininterrotto, a volte evidente altre volte occulto, dopo aver raccolto l'eredità della sapienza italica pitagorica, come un fremito, percorre profeticamente i secoli alimentando lo spirito patriottico di poeti, intellettuali, politici, sognatori, artisti, fino a raggiungere il nostro oggi ed offrendo la possibilità di ridare un'anima calda e scintillante al grigiore della nostra italianità umiliata. 

Noi ci siamo sentiti eredi di una grande Tradizione. Ascoltavamo attenti le parole di Veneziani mentre osservavamo il profilo severo del Sommo Poeta. Era stupendo constatare che il suo messaggio non è scomparso, ma solamente nascosto; la sua parola è ancora viva e riecheggia nella volontà di chi vuole che la Patria rinasca. 

Questa sua capacità di insegnare "come l'uom s'etterna" ci permette di riscoprire le nostre radici di italiani, di europei, di uomini.


Giovanni FLAMMA