25 GIUGNO 1967

Il ricordo del fanese Francesco Gentile (Udine, 30 marzo 1930 – Cima Vallona, 25 giugno 1967), capitano del Battaglione Carabinieri paracadutisti, decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.


25 GIUGNO 1967: IN MEMORIA DI FRANCESCO GENTILE


Ex-allievo della Scuola militare "Nunziatella" di Napoli, comandante del "Reparto speciale di rinforzo per l'Alto Adige", intervenuto al passo di Cima Vallona dopo un ennesimo attentato dinamitardo di separatisti altoatesini, rimase vittima, insieme al tenente Mario Di Lecce ed al  sergente Olivio Dordi dei  Sabotatori Paracadutisti, di una trappola esplosiva nella cosiddetta strage di Cima Vallona. Fu un attentato che si perpetrò il 25 giugno 1967.

Il cittadino austriaco Norbert Burger, presunto ideatore dell’attentato, ed i cittadini tedeschi Peter Kienesberger, Erhard Hartung e Egon Kufner, presunti esecutori, furono condannati in contumacia all’ergastolo.

Dopo forti pressioni diplomatiche italiane anche l’Austria processò Kienesberger, Hartung e Kufner, che furono però assolti per mancanza di prove.

Sul luogo dell'esplosione furono trovate due tavolette di legno con incisa una rivendicazione a firma dell'organizzazione terroristica separatista altoatesina BAS (Befreiungsausschuss Südtirol). Il testo riportava: "Voi non dovrete avere mai più la barriera di confine al Brennero. Prima dovete ancora scavarvi la fossa nella nostra terra".

Dopo l’episodio di Cima Vallona l’Italia pose il veto sui negoziati di adesione dell’Austria alla CEE (Comunità Economica Europea) accentuando così ulteriormente le pressioni di politica estera dell'Austria. La memoria storica degli anni del terrorismo altoatesino merita attenzione per questi drammatici avvenimenti degli anni Sessanta in un clima ideologico di rigurgito secessionista da reprimere con ogni mezzo.

Il Befreiungsausschuss Südtirol (BAS) Comitato per la liberazione del Sudtirolo fu un'organizzazione terroristica irredentista fondata nel 1956 da Sepp Kerschbaumer. Scopo del movimento era l'autodeterminazione dell'Alto Adige, attraverso la secessione dall'Italia e l'annessione all'Austria al fine di ottenere, sotto la sovranità di quest'ultima, l'unificazione politica del Tirolo, regione storicamente facente parte dei domini asburgici.

Numerosi ex terroristi, condannati dalla magistratura italiana, non hanno mai scontato la propria pena, essendo fuggiti in Germania e Austria, e sono in parte tutt'oggi impegnati in attività anti-italiane.

L’Italia si rifiuta tutt’oggi di concedere l’amnistia ai presunti colpevoli.

La memoria di quel periodo terroristico separatista, che iniziò nel 1956 e si protrasse per tutti gli anni Sessanta,  è importante mantenerla, alla luce, in  questi ultimi anni, di alcune "braci, per fortuna solo ideologiche, di un  fuoco, mai  sopìto del tutto" che chiede la secessione al pari di altre comunità extranazionali,  quali la Scozia e la Catalogna. Il giurista che utilizza gli strumenti forniti dal legislatore, non può ottemperare a queste richieste di smantellamenti di sovranità nazionali ed il diritto della Comunità Europea ne certifica la corretta applicazione delle normative,  in linea con i principi del diritto Internazionale vigente. Per i nostri politici e governanti, come già vengono effettuati viaggi per non dimenticare ad Auschwitz e mi auguro, sempre più, alle Foibe, suggerirei  l'itinerario obbligato al  Sacrario di Redipuglia  prima di considerare, con disinvolta "tolleranza", le rivendicazioni di popolazioni di confine cui la ns. Repubblica ha concesso da cinquant'anni, privilegi con Statuti Regionali Speciali.

Fin dall'antichità vale l'insegnamento di Tucidide (431 404 a.C.)  storico,  tra  i maggiori  esponenti della letteratura greca: "Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro".


Gianluca Riguzzi


http://www.carabinieri.it/arma/ieri/storia/vista-da-2015/fascicolo-34/il-terrorismo-altoatesino-e-le-grandi-calamita/francesco-gentile