Conosciuto anche come "Suona la tromba" (Inno popolare), commissionato da Giuseppe Mazzini. Suona la tromba: ondeggiano le insegne gialle e nere. Fuoco! perdio, sui barbari, sulle vendute schiere. Già ferve la battaglia al Dio dei forti, osanna! le baionette in canna è giunta l’ora di pugnar! Non deporrem la spada non deporrem la spada, finchè sia schiavo un angolo dell’itala contrada. Non deporrem la spada non deporrem la spada, finchè non sia l’Italia una dall’Alpi al mar. Avanti.!… Viva Italia, viva la gran risorta: se mille forti muoiono, dite, che è ciò? Che importa se a mille a mille cadono trafitti i suoi campioni? Siam ventisei milioni e tutti lo giurar: Non deporrem la spada etc… Sarà l’Italia. Edìfica su la vagante arena Chi tenta opporsi, miseri, sui sogni lor la piena Dio verserà del popolo! Curvate il capo o genti: la speme dei redenti, la nuova Roma appar. Non deporrem la spada etc… Fin che rimanga un braccio dispiegherassi altera, segno ai redenti popoli, la tricolor bandiera. che, nata tra i patiboli, terribile discende fra le guerresche tende dei prodi che giurar di non depor la spada etc… Sarà l’Italia – e tremino gli ignavi e gli oppressori Suona la tromba e fervono d’ardore i nostri cori: Dio pugnerà col popolo Curvate il capo, o genti, la speme dei redenti, la nuova Roma appar. Non deporrem la spada etc… Noi lo giuriam pei martiri, uccisi dai tiranni, pei sacrosanti palpiti, compressi in cor tant’anni, e questo suol che sanguina il sangue degli eroi, al cielo, ai figli tuoi ci sia solenne altar. Non deporrem la spada etc…