
Ho vivo il ricordo di un altro 4 novembre, quello del 1953.
Ero stato, come ogni anno, alla cerimonia a Repipuglia. Stavo rientrando con gli altri partecipanti a Trieste in treno, con un carico di patriottismo indescrivibile.
Giunti a Trieste,in piazza Libertà, uscii dalla stazione tenendo alto il Tricolore.
Un giovane mi disse: andiamo in piazza Unità!
Solo quando arrivai in Via Ghega per immettermi in via Roma mi resi conto che dietro a me, che alzavo l'unica bandiera presente, c'erano centinaia e centinaia di giovani e non che cantando gli inni della Patria seguivano me, in testa a questo corteo non previsto, non organizzato, tanto spontaneo che ancora oggi mi sembra incredibile.
Ci fu un primo attacco della "polizia civile i famosi "cerini"" all'altezza del Ponterosso, ma il corteo non si fermò, non solo ma aumentò la presenza dei manifestanti.
Arrivammo in piazza Unità ed i "cerini" al comando dell'inglese magg.William(?) intervennero di brutto. Fui fermato proprio dall'inglese, mi fu portato via il Tricolore.
Tutto finì con tante manganellate.
Il dolore arrivò poi, quando quella "polizia" sparò - alzo zero - uccidendo sei inermi cittadini, rei di amare la Patria: Pietro Addobbati, il più giovane, aveva 16 anni, Erminio Bassa, Antonio Zavadil, Francesco Paglia, Leonardo Manzi, e Saverio Montano.
Gianni RUZZIER
Un ringraziamento alla Lega Nazionale Trieste
