10 Novembre

Buongiorno e buon inizio della settimana.
Oggi, *10 novembre* , riflettori su *San Leone Magno*, che è ricordato per aver fermato Attila nel 452, per aver difeso l'ortodossia cristiana contro l'eresia (in particolare al Concilio di Calcedonia, 451) ed anche promosso il primato del papato. Oltre alle azioni diplomatiche, è noto anche per la sua opera pastorale e i suoi scritti, tra cui sermoni e lettere che ancora oggi sono una fonte importante di studio sulla vita della Chiesa e della società dell'epoca .

Ma c'è un altro 10 novembre che mi preme sottolineare .
*Nel 1975, veniva firmato il trattato di Osimo,* che di bello, ha solo, la cittadina anconetana.

Il perchè del mio atteggiamento contrario agli sviluppi ahimè di quella che considero un'ingloriosa firma del mio Paese ? 

In esso c'è l' *assenza* di quello che giuridicamente si definisce *Trattato Internazionale.* Dato per scontato che il Trattato , nel suo genere, è una delle principali fonti del diritto internazionale, che consiste nell'incontro delle volontà di due o più Stati diretti a disciplinare rapporti intercorrenti tra essi ; 
è proprio l'incontro delle volontà, quello che timidamente vorrei far rilevare quale.... 
_punctum dolens_
della vicenda.

Ma faccio un passo indietro... 

L'accordo da me biasimato, metteva la parola fine al contenzioso tra Italia e Jugoslavia, nato dopo la seconda guerra mondiale e riguardante la divisione (o meglio la cessione!!!!) dei territori dell’Istria e ad est di Trieste. Dopo la guerra, con gli accordi di Parigi del 1947, l’Italia, Paese sconfitto, s'impegnava a cedere alla Jugoslavia il territorio di Zara, le isole di Lagosta e Pelagosa, gran parte dell’Istria e l’alta valle dell’Isonzo. Inoltre in quella che sarebbe diventata la provincia di Trieste, nel comune di Trieste e nella restante parte dell’Istria veniva istituito il Territorio Libero di Trieste 
(per comodità TLT).
Il TLT doveva diventare, uno Stato indipendente e neutrale garantito dall’ONU e amministrato nelle sue due zona "A" dagli alleati e "B"dagli jugoslavi. Aspetto, quest'ultimo, che provocò attriti e problemi. 
Infatti se la Zona A veniva affidata ad inglesi e americani, la Zona B veniva affidata agli jugoslavi, creando un concreto rischio di annessione di quest’area da parte di Tito. 
Nel 1954, a risolvere parte delle questioni, arrivò il Memorandum di Londra in cui Italia e Iugoslavia si accordavano per amministrare le due zone, così la Zona A (Trieste e la sua provincia) venne guidata da un’amministrazione civile nominata dall’Italia e la Zona B da una a nomina di Belgrado. Questo status quo, andò avanti fino al 10 novembre 1975, giorno in cui Italia e Jugoslavia si riunivano per siglare il Trattato in cui si dava copertura giuridica a quanto deciso 20 anni prima e le due parti contendenti si annettevano le zone rispettivamente amministrate. 
L’Italia era in un posizione di forza e avrebbe potuto rivendicare anche la parte iugoslava, dato che il TLT non si era mai costituito e quindi anche la zona B poteva intendersi ancora come parte del territorio italiano.
l’Italia nei fatti, optò per riconoscere lo status quo, per mettere fine alla controversia e rinunciare alle sue rivendicazioni. 

Fu costretta, ahimè a farlo, in funzione antisovietica, 

......PERCHÈ ?

Eravamo in piena "Guerra Fredda" , ed *il nostro vassallaggio, nei confronti degli Stati Uniti, il cui obbiettivo era quello di avvicinare Tito verso l’Occidente, sacrificò il nostro interesse.* 
Terre a Tito, quale premio per il distacco dal blocco sovietico. 

A chi il sacrificio ? 
...al popolo italiano ! 

Tito, grazie agli USA, poté rivendicare il Trattato, come una vittoria diplomatica.
Esso è rimasto in vita anche quando Slovenia e Croazia, nei cui confini sono compresi i territori inerenti all’accordo, si sono distaccate dalla federazione jugoslava. 
L’Italia con "troppa fretta" ed ahimè SENZA TRATTARE !!!! ha riconosciuto i due Paesi come legittimi successori degli impegni internazionali della Jugoslavia, comprendendo pure gli accordi di Osimo per le rispettive parti di competenza. 

Peccato, peccato, peccato.

Ci sarebbero stati i margini giuridici per una ritrattazione ma "l'inadeguatezza" dell'allora classe politica al governo del nostro Paese, non riuscì ad approfittare del cavillo giuridico che inaspettatamente si rivolgeva a favore della nostra Nazione.

Un saluto .
Gianluca Riguzzi


*NOTA :
Alla data della firma era in carica il Governo Moro IV (dal 23 novembre 1974 al 12 febbraio 1976).
L'on.le Moro, pace all'anima sua, era un Professore ordinario di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze politiche e proprio per le Sue conoscenze in materia giuridica, DOVEVA affidarsi al pool di internazionalisti al servizio dell'Esecutivo e del Ministero degli Affari Esteri che serviva per opportuna conoscenza specifica nei meandri degli Accordi Internazionali il ministro Mariano Rumor, tra l'altro, docente di una materia non giuridica.

Presidente del Consiglio: Aldo Moro

Ministro degli Esteri: Mariano Rumor che oppose l'ignominiosa firma

Votarono a favore: Democrazia Cristiana- ad eccezione dell'On Giacomo Bologna      (democristiano) esule da Isola d'Istria- e Partito Socialista Italiano 

Votarono contro gruppo Movimento Sociale Italiano


Nota di Alberto Urizio: non metto la fotografia in cui Rumor firma questa schifezza di trattato. All'epoca dissi che si era aggiunto ai partigiani comunisti di Tito nello spingere la nostra gente nelle foibe ed ora non mi pento di averlo detto.