14 Dec
14 DICEMBRE 1942

L'eroismo del Comandante Todaro.


Buongiorno ed oggi, 

*14 dicembre* , buona terza domenica di Avvento.

Il canonizzato odìetno, di cui si fa memoria, è *San Giovanni della Croce* nato in Spagna nel 1542, che è stato un grande riformatore carmelitano e mistico, soprannominato "Dottore Mistico". 

Le sue opere spirituali "Notte Oscura", e "Salita del Monte Carmelo", sono risultate fondamentali nella mistica cristiana, focalizzate sull'amore e l'unione con Dio. 

È ricordato per aver vissuto e donato tutto all'Amore divino, consumandosi in esso proprio il 14 dicembre 1591.


Il 14 dicembre nel 1942, al largo della Tunisia, il Comandante sommergibilista 

     *Salvatore TODARO,* 🥇  

                 M.O.V.M. 

nato a Messina nel 1908, morì combattendo per l'Italia . 


Due anni prima, nell'Oceano Atlantico, dopo aver affondato una nave nemica, andò a salvarne 26

naufraghi :


.....ed ecco il racconto dei fatti .


Salvatore Todaro, entrato in Accademia Navale a Livorno, diiventerà, dopo il corso ed il perfezionamento, ufficiale addetto al comando di sommergibili.

È passato alla storia per un’azione – coraggiosa e umanitaria al tempo stesso – che lo vide protagonista in quella notte di 85 anni fa . Il capitano di corvetta Todaro al comando del sommergibile italiano 

«Comandante Cappellini», intercetta in Atlantico, a 700 miglia a ovest di Madera, il piroscafo belga Kabalo. Quest’ultimo, requisito dalla Marina britannica, è diretto in Africa occidentale con pezzi di ricambio per aerei militari. Il Cappellini fa parte della base oceanica Betasom di Bordeaux da dove partono sommergibili tedeschi e italiani impegnati nella  «Battaglia dell’Atlantico» con l’obiettivo di bloccare i rifornimenti marittimi tra Stati Uniti e Gran Bretagna. 


La guerra è guerra, ahinoi, e purtroppo Todaro, come si legge anche sul sito della Marina Militare, si pone all’inseguimento in superficie, predisponendo il battello per un attacco con l’utilizzo dei due cannoni da 100 mm del battello. Il Kabalo apre il fuoco per primo, ma l’azione del sommergibile italiano è breve e decisiva: colpito da una dozzina di proiettili il mercantile viene abbandonato dall’equipaggio

Il Cappellini si avvicina alla nave nemica ormai inoffensiva. In mare, tra i relitti, ci sono cinque naufraghi che vengono recuperati e fatti salire a bordo del battello italiano. Poco dopo viene avvistata una scialuppa con 21 marinai a bordo, tra cui il comandante del mercantile belga. Todaro non ha dubbi su come comportarsi. 

La guerra imporrebbe di lasciarli al loro destino e allontanarsi in immersione più rapidamente possibile. La ragione e il sentimento di umanità consigliano invece il comandante italiano in maniera opposta. Gli stessi naufraghi restano stupiti e increduli dell’inattesa positiva svolta della loro sorte. 

La scialuppa in cui hanno trovato rifugio, viene letteralmente «rimorchiata» al traino del Cappellini. 

La costa più vicina è a ben 100 miglia. Un’impresa impossibile ma che Todaro decide ugualmente di tentare. Dopo un giorno di navigazione (17 ottobre) però il cavo di rimorchio si spezza. Todaro decide allora di far salire a bordo del suo battello, nonostante gli spazi ristrettissimi e il maggior peso, tutti i naufraghi del Kabalo. 

La navigazione continua in emersione facendo dell'unità navale una preda facile dall'aviazione e marina nemica e non, senza insidie, prosegue fino alle Isole Azzorre, zona controllatissima dagli inglesi. 

Il Cappellini arriva all’alba del 19 ottobre nella semideserta isola di Santa Maria, la più meridionale dell’arcipelago portoghese. 

Dopo aver sbarcato i naufraghi, il comandante Todaro rientra con il suo sommergibile alla base. 

Gli tocca subire però una severa critica da parte dell’ammiraglio Karl Dönitz, capo dei sommergibilisti tedeschi, che ricorda che ....

....  «questa è una guerra e non una crociata missionaria. Il Signor Todaro è un bravo comandante, ma non può fare il Don Chisciotte del mare». 


Pronta la risposta di Todaro, riportata da numerose fonti storiche e mai smentita: 


 *«Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle».* 


La notizia del salvataggio dei naufraghi del Kabalo e del comportamento del comandante Todaro, si diffonde rapidamente anche sulla stampa internazionale. 

Il sito «La voce del marinaio» riporta uno stralcio di una lettera della madre di uno dei naufraghi salvati, indirizzata allo stesso comandante Todaro. 

«…Esiste un eroismo barbaro e un altro davanti al quale l’anima si mette in ginocchio: 

il Vostro. 

Siate benedetto per la Vostra bontà che ha fatto di Voi *un eroe non soltanto dell’Italia ma dell’umanità».* 


Il sottomarino 

             «Salvatore Todaro»


La Marina Militare compie quest’anno i 135 anni della propria componente sommergibili. 

Nel 2003 ha varato il sommergibile «Salvatore Todaro», nel ricordo del comandante medaglia

d’oro al valor militare, caduto in un’azione di guerra nel dicembre 1942. 

La moderna unità italiana, distintivo ottico S 526, è entrata in servizio nel marzo 2006. Fa parte della Classe U-212 A, chiamata anche «Classe Todaro» insieme ai successivi battelli Scirè (S 527), Pietro Venuti (S 528) e Romeo Romei (S 529) . Attualmente la Marina è impegnata nello sviluppo dei nuovi sottomarini U212 NFS (Near Future Subamirine), destinati a sostituire gli ultimi 4 sottomarini della Classe Sauro in servizio da oltre 25 anni. 


Saluti.

Gianluca Riguzzi.

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