A molti non dirà nulla la località di Bleiburg in Austria, al confine con la Slovenia, dove le truppe inglesi consegnarono ai comunisti di Tito, senza distinzione, soldati e civili, compresi i bambini. Nei boschi attorno a quell’area, stime attendibili parlano di 50.000 militari e 30.000 civili uccisi sommariamente. 

 

Se non fosse stato per avere visto un film di produzione slovena dal titolo Il segreto della miniera, andato in onda il 10 febbraio scorso, che ricordiamo, è la data scelta per commemorare Il Giorno del ricordo dedicato ai tragici massacri delle foibe e all’esodo giuliano dalmata perpetrati dai comunisti titini e in alcuni casi da rinnegati comunisti italiani, avrei dedicato questo editoriale a quella massa d’incompetenti e incapaci che ci sta governando in questo tragico momento. Invece, sono a ricordare agli smemori e ai negazionisti quanto accaduto in quel triste periodo che va dal 1943 al ‘46. Inutile dire che se non ci fosse stato l’esodo ci sarebbe stata una pulizia etnica, non certo diversa da quella che la recente storia ha portato alla dissoluzione dello stato Jugoslavo. Ustascia croati, cetnici serbi, domobranci sloveni, soldati, civili, donne e bambini, si trovarono uniti nelle diversità nazionali e d’ideologie nel buio delle cavità delle foibe o dei pozzi di miniere (come appunto si narra nel film). A molti non dirà nulla la località di Bleiburg in Austria, al confine con la Slovenia, dove le truppe inglesi consegnarono ai comunisti di Tito, senza distinzione, soldati e civili, compresi i bambini. Nei boschi attorno a quell’area, stime attendibili parlano di 50.000 militari e 30.000 civili uccisi sommariamente come ha ben descritto nel suo libro, Le vittime di Yalta, lo scrittore inglese Nikolaj Tolstoj. Tra la fine degli anni ‘90 e il 2001, il governo sloveno cercò di fare luce su quello che era successo, poi, a quanto pare, ragioni politiche fecero terminare le ricerche. Cattiva pubblicità per la giovane nazione nata dallo smembramento della Jugoslavia. Naturalmente, Bleiburg non è la sola zona dove furono compiuti atti di bassa macelleria da parte di persone dedite a un’ideologia basata sull’annientamento del libero pensiero. Non attacca la teoria che erano tutti nemici del popolo. Raccontatele le bazze, ad altri! Però, questo vi dovrebbe dare l’idea del tenore delle obiezioni sollevate dai pasdaran negazionisti nostrani, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, in testa. Ora, per loro, non è questione di verità, ma si tratta di un semplice calcolo aritmetico. Non se ne abbia a male, l’amico Gianni, esule di Pirano! Che cosa volete che siano 20.000 (una stima esatta non è ancora possibile) infoibati italiani e 250.000 esuli scappati per non fare la stessa fine. Resta solo la vergogna che per anni i governi guidati, da un partito di maggioranza che si definiva democratico e cristiano, abbiano nascosto la verità fino a svendere le proprietà degli esuli per ripagare i danni di guerra alla Jugoslavia e costruire una fabbrica di auto in Serbia come mi raccontò lo scrittore intervistato, e non certo di destra, Gianni Oliva.   

16 febbraio 2021


Massimo NARDI


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